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Quando l’amore per l’arte scorre nel DNA: genitori e figli artisti

A volte la passione per il proprio lavoro viene trasmessa di genitori in figli, figli che assorbono e si nutrono di quell’energia creatrice emanata da padri e madri nella speranza di assomigliargli, prima, e di essere felici, dopo.
Un’eredità che passa di mano in mano, che inorgoglisce e intimorisce per la prossimità del paragone in un’altalena emotiva che oscilla fra il desiderio di non deludere e quello di riuscire ad affrancarsi.
E quando è l’amore per l’arte ad essere tramandato, cosa succede? Cosa resta di quei “figli di”? Scopriamolo insieme.

1. Giovanni de’ Santi e Raffaello Sanzio

Autoritratto, Raffello Sanzio, 1504-1506

Non lo si sente spesso nominare eppure la sua figura ha avuto un’influenza decisiva sulla vita di quel genio che fu Raffaello Sanzio. Di chi stiamo parlando? Di Giovanni de’ Santi, padre di Raffello, pittore e gestore di una piccola bottega nel cuore di Urbino dove creava opere d’arte su commissione per i nobili della città. La maestria, la tecnica e lo sguardo di Raffaello sul mondo si evolveranno anni dopo la morte del padre, avvenuta quando l’artista aveva appena undici anni, ma l’amore per la pittura affonda le proprie radici non lontano da casa.

2. José Ruiz y Blasco e Pablo Picasso

Pablo Picasso

Professore di disegno presso la scuola di Arti e Mestieri di Malaga, ma anche pittore dedito alle rappresentazioni naturalistiche, José Ruiz y Blasco fu soprattutto il padre di Pablo Picasso. Un rapporto, il loro, di autentico supporto: José Ruiz non ostacolò mai la carriera di Pablo infondendo fiducia a quel figlio che, sin da piccolissimo, aveva mostrato una naturale propensione per le arti pittoriche e che, di lì a qualche anno, sarebbe diventato uno dei più celebri artisti del novecento.

3. Orazio e Artemisia Gentileschi

Autoritratto come allegoria della Pittura, Artemisia Gentileschi, 1638-1639

Orazio Gentileschi era un pittore pisano di stile tardo-manierista, un uomo capace di accettare, per quei tempi – siamo agli inizi del seicento- che la figlia dedicasse la propria vita all’arte e insieme a lui stringesse un rapporto di assidua collaborazione artistica. Questa figlia, che con il tempo ha adombrato la figura paterna grazie alle sue splendide tele, porta il nome di Artemisia Gentileschi. Il sodalizio che legò padre e figlia per anni appassì lentamente, forse a causa del silenzio mostrato da Orazio di fronte allo stupro subito da Artemisia per mano di Agostino Tassi.

4. Arno e Oskar Rink

Oskar Rink

Anche oggi abbiamo esempi di figli che ripercorrono le orme dei propri genitori artisti. E’ questo il caso della pittrice tedesca, le cui opere sono presenti su Singulart, Oskar Rink. Figlia di Arno Rink, celebre pittore, pionere e professore presso la Neue Leipziger Schule, Oskar ha assimilato le basi dell’arte pittorica da Arno per poi distaccarsene quasi completamente: mentre il padre infatti dipingeva seguendo lo stile della tradizione figurativa tedesca, Oskar decostruisce, nelle proprie tele, ogni forma compiuta per dare libero spazio a idee, frammenti di pensieri, suggestioni.

5. Refik ed Emil Aziz

Emil Aziz

L’amore per l’arte, nella famiglia Aziz, è ereditario, un’inclinazione naturale alla quale è impossibile sottrarsi .
Il padre di Emil, Refik Aziz, è un pittore realista azero adorato nel proprio paese d’adozione, la Turchia.
Emil, nato anch’egli in Azerbaigian, è cresciuto a Istanbul circondato dai colori di una città vibrante e dall’arte di Refik: stimoli che lo hanno incoraggiato a intraprendere la carriera di pittore, proprio come suo padre, differenziandosi però nelle tecniche e nello stile. Oggi Emil Aziz è un’artista riconosciuto interazionalmente e alcune delle sue opere sono presenti proprio sul nostro sito.

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