Movimenti e tecniche artistiche  •  Storia dell'arte

Sono i selfie l’evoluzione degli autoritratti? Differenze tra arte pittorica e fotografia

Perché sentiamo ancora il bisogno di attingere alle arti visive? Non siamo più nel ‘600, oggi abbiamo la fotografia: quando ci colpisce un paesaggio innevato, un tramonto purpureo o una smorfia di un nostro amico basta prendere un telefono e scattare… un’azione di pochi secondi immortala qualcosa per sempre.
Tela e pennelli sono diventati strumenti obsoleti indicati per gli amanti di un tempo perduto? Perché continuare a dipingere e perché continuare ad autoritrarsi? Sono forse i celebri selfie l’evoluzione naturale degli autoritratti?

Molti interrogativi e poche risposte a disposizione, forse perché, come spesso accade, la teoria prende il sopravvento sulla pratica.
E’ sufficiente osservare qualche autoritratto per rendersi conto del valore della pittura, di cosa ci restituisce in termini di immagine: costruzione e decostruzione, colori e luci, detto e non detto.

In un gioco di opposti, l’autoritratto ci consegna un volto che è molto più di una rappresentazione fedele di nasi e bocche e che ha la capacità di raccontarci l’artista in tutta la propria complessità di essere umano.
Il selfie mostra, l’autoritratto racconta.

Karyna Iglesias

L’oggetto del racconto varia di artista in artista: Karyna Iglesias, per esempio, opta per una rappresentazione fedele alterata solo nelle tonalità, quasi tutte fredde. Il viso è colto in un espressione di sorpresa, le labbra dischiuse promettono parole che nessun dipinto o foto possono cogliere.
E’ un autoritratto realistico, quello di Karyna Iglesias, che si inserisce in una tradizione lunghissima di artisti che si immortalano in un frammento di vita per dirsi attraverso una propria rielaborazione pittorica.

Paul Beel

Paul Beel percorre un’altra strada: un autoritratto intriso di contemporaneità, che descrive l’oggi legandolo inevitabilmente a un vissuto personale e comune. Dietro la mascherina che in questi mesi siamo tutti costretti a indossare per salvaguardarci dal Coronavirus, c’è l’artista.
Un selfie avrebbe avuto lo stesso risultato? Può darsi, ma in questo caso la pittura non è esercizio di stile o narrazione del proprio io, è piuttosto testimonianza di un momento che passerà alla storia come uno dei più drammatici del XXI secolo.

Barbara Fragogna

Ci sono poi gli autoritratti più concettuali, quelli che non ricalcano perfettamente la figura umana del soggetto ma che cercando di ritrovarsi e darsi allo spettatore in una complessità che rifugge alle forme lineari. E’ il caso dell’autoritratto di Barbara Fragogna, un’opera apparentemente confusa che esprime perfettamente la differenza che intercorre tra un selfie e un autoritratto: la fotografia non può evadere dalla realtà, non è in grado di consegnare al fruitore uno stato d’animo, una condizione interiore, a meno che non sia mal celata o, piuttosto, volontariamente esposta al pubblico. La pittura ha, invece, il potere di attingere a universi profondi e riportarli sulla tela in un atto creativo che fluttua tra reale e surreale.

Lasciati ispirare…