Continuiamo il nostro viaggio nell’arte al femminile, questa volta spostandoci in un Paese ameno dalle vallate verde smeraldo, dove il passato coesiste tuttora con il presente in una più che discreta armonia e la donna, nella sua essenza, grida parità ed eguaglianza senza dover urlare e strepitare per ottenerla. Stiamo parlando della Nuova Zelanda e in particolare di una sua artista vissuta tra il 1800 e il Novecento: Adele Younghusband.
Gli inizi e la passione per le arti visive
Nata a Te Awamutu il 3 aprile 1878, Adele Mary Roche cresce in un ambiente sensibile all’arte: sua zia Fanny Osborne è infatti una nota pittrice della flora neozelandese. Sarà per questo che sin da piccola Adele manifesta una creatività fuori dal comune, una propensione attivissima nei confronti, in particolar modo, della fotografia. Come gran parte delle donne però, Adele deve lottare per ottenere ciò che desidera: i genitori sono contrari agli studi da fotografa che la figlia desidera intraprendere; un’ostilità che durerà poco e che ci consegnerà una fotografa capace di immortalare l’essenziale e attenta ai dettagli.
Quando i sogni diventano realtà
Dopo aver lavorato come ritoccatrice fotografica a Hamilton, Adele decide di trascorrere del tempo a Gisborne, dove conosce il suo futuro marito, Frank Younghusband che sposerà a Christchurch il 1° agosto 1905 e con il quale si trasferirà a vivere nella capitale, ad Auckland. Il matrimonio non impedirà ad Adele di continuare a nutrire e coltivare il proprio amore per le arti: pittura, disegno e fotografia resteranno i suoi maaggiori interessi – nel 1909 diventa membro della Auckland Society of Arts – veri pilastri in una vita sfortunata costellata da un divorzio e la morte prematura di due dei suoi tre figli.
Nel 1919, con una separazione alle spalle, Adele sceglie di non ritirarsi, di non sottrarsi ai sogni e alle passioni di bambina e rileva gli studi fotografici di Ernest de Tourret a Whangarei, affermandosi come fotografa di ritratti di successo. Ed è solo l’inizio: nel 1921, con l’artista e fotografo George Woolley, fonda gli Art Studios occupandosi dei ritocchi e della maggior parte dei lavori in camera oscura, mentre Woolley è occupato a insegnare disegno e pittura. Insieme fondano la Whangarei Art and Literary Society.
E alla fine arrivò la pittura
Sino a quel momento la vita di Adele è stata lambita soltanto distrattamente dalla pittura, il suo grande amore è la fotografia, così almeno pensa Younghusband. Eppure, a quarant’anni, grazie all’influenza di Wooley, Adele inizia ad avvicinarsi alla pittura impegnandosi con abnegazione. Da questa nuova passione nascono lavori intrisi di quotidianità che stupiscono e lasciano lo spettatore pensoso, piegato a una riflessione, non soltanto abbagliato.
Così, nel 1937, Adele si reca in Australia, esponendo con successo a Sydney e studiando sotto la guida di George Bell a Melbourne dove l’interesse per l’arte astratta acquista consistenza e il proprio stile arriva a maturità. Un anno dopo espone con successo ad Auckland e vi si stabilisce definitivamente vivendo e lavorando in un piccolo studio in un sobborgo della capitale: Panmure.
Adele continuerà ad esporre e insegnare fino alla metà degli anni sessanta, avendo il tempo e la fortuna di vedere riconosciuta la propria arte dal suo Paese, la Nuova Zelanda.