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5 minuti con Marco Stocco

Marco Stocco, artista italiano, nato il 24 marzo 1970, vive tra Italia e Brasile. Attratto dall’arte figurativa, inizia i primi lavori pittorici nei quali rappresenta spesso donne e volti della sua fantasia. Nel 2009 crea “Orfeo” personaggio contemplativo ed immaginario in cui canalizza frammenti e sensazioni percepite in certi attimi del proprio cammino artistico. Ecco cosa ci ha raccontato in questa intervista.

« L’ispirazione è la percezione di un momento in cui possiamo fare qualcosa. »

Quando hai deciso di voler diventare un artista?

Ad un certo punto della mia vita ho percepito la necessità di rompere qualcosa che soffocava le mie emozioni.

Quindi ho iniziato a manifestare l’artista dentro me principalmente per perdere la paura di essere in errore, vincere la mia timidezza e la staticità che opprimeva le mie emozioni. Ho iniziato così a manifestare la mia vita creativa e a essere un artista. Per me è stato una necessità, perché ho appreso che attraverso l’arte si ha la capacità di trascendere l’ordinario. Creare è anche dare forma al proprio destino, è un modo per collocarsi nel mondo.

Quali sono le tue più grandi influenze artistiche e a quali artisti ti ispiri in particolare?

Dietro a ogni espressione artistica c’è un mondo e un linguaggio affascinante. Sono stato attratto in primis dall’arte figurativa e dalla rappresentazione, dall’espressione e dal linguaggio del corpo, passando poi ad identificarmi nel post impressionismo e successivamente venendo catturato ed affascinato dal magnetismo e dalla magia del surrealismo.

In quest’ultimo ho trovato un terreno fertile di potenzialità: mi sono accorto che la razionalità ci frega e ci rende ciechi. Il surrealismo è quel mezzo che ci permette di vedere al di fuori della ragione. Attraverso l’ispirazione e l’impulso creativo si può rendere questo mondo visibile a tutti.

Di conseguenza sono particolarmente attratto dall’arte e l’energia di pittori come Magritte, De Chirico e Dalì.

Preferisci lavorare da solo o in collaborazione con altri artisti?

Tendenzialmente preferisco lavorare da solo, soprattutto per organizzare spazi e tempi. Capita spesso di iniziare i miei lavori di notte: mentre la maggior parte delle cose sono ferme, riposano, la mia creatività ha modo di trarre maggiore energia e concentrazione dall’ambiente circostante. 

Con questo non escludo la possibilità, in futuro, di lavorare assieme ad altri artisti. Se sarà destino per approfondire ed ampliare il mio percorso artistico, ben venga.

Marco Stocco nel suo studio

C’è un progetto a cui stai lavorando di cui ti piacerebbe parlarci?

Al momento non ho un progetto proiettato verso futuro ma ne ho uno ora, qui nel presente, che mi accompagna. Si chiama Orfeo. Con Orfeo ho iniziato a dipingere momenti del mio diario, sensazioni, emozioni che incontro nel percorso della mia vita. Orfeo ha il compito dell’inviato, del fotoreporter che cattura le immagini della mia anima mentre soggiorna nelle suggestive insenature dello mio stato irrazionale. Seguo fiducioso dove mi porterà questo impulso creativo e il suo evolversi nel futuro.

Cheers Bologna (2019), Marco Stocco

Cosa faresti nella vita se non fossi diventato un artista?

Sicuramente sempre qualcosa che stimoli la mia creatività. Penso uno a chef pasticcere, a una cucina dove unire arte, buon gusto e alchimia.

Ci sono molti modi per essere artisti nella vita. La parola “artista”, dopo tutto, è un termine in cui la società ti identifica, e più in generale, la propria identità è un riconoscimento sociale. L’importante è non morire da vivi e restare sempre creativi. 

Ci sono altri artisti su Singulart che ti hanno particolarmente colpito e di cui ammiri i lavori?

Ce ne sono tanti, ho trovato grande potenzialità di espressione creativa in ogni artista che ho avuto modo di vedere su Singulart. Ne cito alcuni.

Marìa Alvarez e le sue “Finestra che apre verso l’interno”. Mi incantano per l’atmosfera e il modo sapiente in cui gestisce gli spazi e le forme introspettive nei suoi lavori artistici.

Suggestivi e unici, i lavori e le dorature in acqua dorata su pannelli di legno di Alice Cescatti. Trovo queste opere molto originali.

Mi piacciono molto anche i lavori di Arno Bruse. Trovo forza e armonia tra forme, colori e dinamicità.

Quali consigli potresti dare a giovani artisti all’inizio della propria carriera?  

Plastic clouds empathy (2019), Marco Stocco

Ai giovani artisti dico di essere coscienti del tempo in cui ci troviamo, dove un sistema in mano alla tecnica vuole un soggetto prevalentemente razionale e privo di pensiero critico. Invito i giovani ad essere dei Guerrieri Creativi, credere nel loro impulso artistico e mostrare al mondo come è in grado di migliorare e cambiare attraverso l’Arte.

Scopri altre opere di Marco Stocco qui.